top of page

Kitsune - La volpe nella cultura Giapponese

 

Kitsune (狐? [kitsɯne], Ascolta[?·info]) è la parola giapponese per "volpe". Le volpi sono un soggetto ricorrente e un elemento di particolare importanza nel folclore giapponese; in italiano, kitsune si riferisce ad esse in questo contesto. Secondo la mitologia giapponese la volpe è un essere dotato di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l'età poteri soprannaturali: il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane, infatti esse appaiono spesso con l'aspetto di una bella donna. In alcuni racconti esse utilizzano queste abilità per ingannare il prossimo — come sovente avviene nelfolclore comune — mentre altri le ritraggono come guardiani benevoli, amiche, amanti e mogli. Più una kitsune è vecchia, saggia e potente, più code possiede, fino a un massimo di nove.

Le kitsune sono strettamente accomunate alla figura di Inari, il kami shintoista della fertilità, dell'agricolturae del riso: esse sono al suo servizio col ruolo di messaggere, e tale veste ha rafforzato il significatosoprannaturale della volpe. Come conseguenza dell'influenza che esercitano sulle persone e dei poteri loro attribuiti, vengono venerate come fossero a tutti gli effetti delle divinità.

L'origine storica del ruolo centrale della volpe nel folclore giapponese è da ricercare nella sua armoniosa convivenza con gli esseri umani nel Giappone antico, da cui derivano i vari miti e leggende su queste creature.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caratteristiche:

 

 

Il Principe Hanzoku terrorizzato da una volpe a nove code. Stampa diUtagawa Kuniyoshi, XIX secolo.

Le kitsune sono conosciute per possedere una grande intelligenza, poteri magici e per essere in grado di vivere a lungo. Esse sono un tipo di yōkai, ovvero un'entità spirituale, e la parola kitsune è spesso tradotta in "spirito di volpe". Tuttavia ciò non significa che le kitsune siano dei fantasmi, né che siano fondamentalmente diverse dalle normali volpi: in questo contesto la parola "spirito" è usata per riflettere uno stato di conoscenza o illuminazione, quindi tutte le volpi longeve sono in grado di acquisire abilità soprannaturali.

Vi sono due principali tipi di kitsune. Le zenko (善狐? letteralmente "volpi buone") sono volpi celestiali e benevole, associate al culto del dio Inari; talvolta sono dette semplicemente "volpi Inari". Le yako (野狐?letteralmente "volpi di campo", chiamate anche nogitsune), invece, posseggono un carattere malizioso e intenzioni malvagie. Le tradizioni locali prevedono ulteriori tipi di kitsune: una ninko (人狐? "volpe umana"), per esempio, è uno spirito di volpe invisibile, capace di interagire con gli esseri umani attraverso la pratica della possessione. Altre tradizioni suddividono le kitsune in tredici classi distinte, ognuna delle quali possiede uno specifico potere soprannaturale.

La principale caratteristica fisica che contraddistingue le kitsune è la grande quantità di code che esse possiedono. Maggiore è l'età di una volpe, maggiore sarà il numero delle code cui essa potrà disporre, fino a un massimo di nove. Di conseguenza, un gran numero di code sta a indicare una volpe più anziana e potente; alcuni racconti popolari narrano che solo le volpi ultracentenarie possano ambire al numero massimo di code. I miti più conosciuti narrano di volpi a una, cinque, sette, o nove code. Quando una kitsune ottiene la sua nona coda, il suo manto diviene di colore bianco o oro. Queste kyūbi no kitsune (九尾の狐? volpi a nove code) acquisiscono anche l'abilità di vedere e sentire qualsiasi cosa accada in ogni parte del mondo (onniscienza), e altri racconti attribuiscono loro infinita saggezza.

 

L'origine dei miti sulla kitsune sono attualmente oggetto di dibattito, ma vi è comunque la certezza che numerosi racconti sulle volpi possano essere ricondotti a Paesi quali Cina, Corea, India e Grecia; molte di queste prime storie sono contenute nel Konjaku Monogatarishū, una raccolta di narrazioni cinesi, indiane e giapponesi dell'XI secolo. I racconti popolari cinesi parlano di spiriti-volpi chiamati huli jing (kyūbi no kitsune in giapponese) che posseggono nove code quale peculiare caratteristica. In Corea vi è la figura del kumiho (letteralmente "volpe a nove code"), una creatura mitologica in grado di vivere cento o mille anni; essa è vista come un essere maligno, a differenza della sua controparte giapponese. Secondo alcuni studiosi le caratteristiche comuni presenti in ognuna di queste figure sarebbero da ricondurre a opere indiane quali Hitopadesa (XII secolo) ePañcatantra (III secolo a.C.), le quali a loro volta avrebbero tratto ispirazione dalle Favole di Esopo (Grecia,VI secolo a.C.), che si diffusero successivamente in Cina, Corea e infine in Giappone.

 

Nella cultura di massa

 

Le kitsune sono molto comuni anche nelle opere contemporanee come manga e anime. L'opera che più trae ispirazione da tali figure è Naruto di Masashi Kishimoto: tra i cosiddetti cercoteri vi è la Volpe a Nove code, chiara reinterpretazione della creatura mitologica, ma anche lo stesso protagonista Naruto Uzumaki, al cui interno è sigillato lo spirito di un demone volpe, ha in comune con la kitsune alcune caratteristiche quali l'aspetto fisico, il temperamento impulsivo e avventato abbinato ad abilità da stratega e capacità di prendersi gioco dei nemici, oltre alla possibilità di mutare il proprio aspetto. In InuYasha di Rumiko Takahashi il personaggio di Shippo, uno dei principali dell'opera, ha le fattezze di un bambino con la coda da volpe, ed è capace di mutare aspetto a piacimento. Il manga Kajika di Akira Toriyama narra la storia di un ragazzo dotato di poteri soprannaturali che viene maledetto dopo aver ucciso una volpe: egli viene privato di parte dei suoi poteri e trasformato in una ragazzo-volpe, e per poter riacquisire le vere sembianze è costretto a salvare almeno mille vite umane. Altro personaggio che le lega la sua figura al mito della kitsune è Shuichi Minamino, uno dei protagonisti dell'opera di Yoshihiro Togashi Yu degli spettri, dove è la reincarnazione di unakitsune di nome Yoko Kurama. Nel manga Ushio e Tora di Kazuhiro Fujita una kitsune che si fa chiamare la maschera bianca è il vero nemico della coppia protagonista. Altre opere giapponesi in cui si fa chiaro riferimento alla kitsune sono l'anime Digimon, in cui la creatura Renamon è ispirata alla figura della volpe a nove code, e svariati manga tra cui Kitsune Hajimemashita, Kitsune no Akuma to Kuroi Madousho, Kitsune no Taba Yobai, Kitsune no Yomeiri, Kitsune to Aburage, Kitsune to Atori, Okistune no Hanayome e Okitsune-sama de Chu.

 

 

È possibile trovare la kitsune anche in opere di intrattenimento come giochi da tavolo e videogiochi. In Magic: l'Adunanza, gioco di carte collezionabili, una delle razze del gioco è formata da kitsune; nella visual novelKanon, Makoto, una delle protagoniste, è una volpe che ha assunto forma umana; nel videogioco Shadowrun una delle razze è chiamata appunto kitsune, mentre in Pokémon una delle creature, Ninetales, trae ispirazione dalla figura della volpe a nove code.

 

Anche autori e scrittori occidentali hanno iniziato a utilizzare la figura della kitsune nelle proprie opere, come ad esempio ne Il diario del vampiro di Lisa Jane Smith, Fragile Eternity di Melissa Marr, The Fox Woman diKij Johnson e Spirits White as Lightning di Mercedes Lackey. Inoltre la kitsune appare nel film Ran (1985) diAkira Kurosawa.

 

Nella tradizione giapponese

 

Radicate nel folklore, le kitsune compaiono in molte opere del teatro giapponese. Sono presenti in qualità di personaggi delle opere del teatro nō,kyōgen, bunraku e kabuki. Le più famose rappresentazioni sono:

  • Kuzunoha, protagonista dell'opera bunraku e kabuki in cinque atti chiamata Ashiya Dōman Ōuchi Kagami.

  • Tamamo-no Mae, protagonista dell'opera kabuki e kyōgen Tamamonomae e del dramma nō Sesshoseki, che narrano la storia una donna volpe andata in sposa all'imperatore Toba. Quando l'imperatore si ammalò improvvisamente, ella fu accusata di averlo stregato: una volta smascherata riprese le sembianze volpine ma fu colpita a morte dall'arciere Miura Kuranosuke; quando la volpe morì si trasformò in una roccia nota come la "pietra della morte", che si dice causasse la morte di ogni essere vivente con cui venisse in contatto.

  • Genkurō, che compare nell'opera drammatica bunraku e kabuki Yoshitsune Sembon Zakura.

Meritano menzione anche i netsuke, piccoli borselli di legno o di avorio da abbinare agli abiti sprovvisti di tasche (come ad esempio il kimono): questi oggetti venivano intagliati in modo da assumere varie forme, tra cui quella della kitsune.

 

#Vale

bottom of page